Psychofilm

Psychofilm

Film psicologici e psicologia spiegata attraverso il cinema

BibliocinefiliaSerie TV e web

La caduta della Casa degli Usher

La caduta della Casa degli Usher (2023) è una miniserie statunitense Netflix ideata da Mike Flanagan e ispirata a uno dei racconti gotici di Edgar Allan Poe più celebri agli amanti della letteratura del terrore.

Non è la prima volta che il regista, sceneggiatore e montatore statunitense si cimenta con l’adattamento sul piccolo e grande schermo di romanzi e racconti dell’orrore. Tra questi Il gioco di Gerald”, film la cui attrice protagonista è la stessa Carla Gugino, che in La caduta della Casa degli Usher interpreta la sibillina Verna, e Doctor Sleep”, entrambi tratti dalla penna di Stephen King; e poiThe Haunting”, serie paranormale ispirata a diversi scritti di genere horror, in cui recitano alcuni degli attori di casa Usher, tra cui la stessa Gugino.

Mike Flanagan è stato artefice di molti altri film spaventosi dal grande impatto psicologico, come “Somnia” e “Oculus”, che raccontano, anch’essi, intense ed emozionanti vicende familiari.

Somnia

Stavolta, come abbiamo anticipato, Flanagan si confronta con il più grande maestro del terrore e della follia umana, Edgar Allan Poe, e lo fa attraverso un intreccio originale di citazioni, personaggi e storie provenienti da varie sue opere, realizzando una serie avvincente, che riproducendo le atmosfere emotive tipiche di Poe, tratta importanti temi: il potere, l’avidità, l’estrema bramosia di riscatto e riconoscimento, l’ambizione, la colpa e soprattutto il tema delle conseguenze che ogni scelta porta con sé.

La famiglia Usher nasce in un contesto pieno di limiti (sociali, sanitari, economici) e li supera tutti, educando la nuova generazione a non porsene nessuno. Mancanza di responsabilità ed empatia verso gli altri, incapacità di rispettarne i diritti, senso di superiorità e grandiosità. Il risultato di questa assenza di confini porterà, in vario modo, gli eredi degli Usher a conseguenze negative estreme, per se stessi e per le persone che avranno la malasorte di entrare in contatto con loro.

Roderick (interpretato da Graham Verchere, Zach Gilford e Bruce Greenwood rispettivamente negli anni dell’infanzia, della gioventù e della maturità) e Madeline Usher (interpretata in ordine cronologico da Kate Whiddington, Willa Fitzgerald e Mary McDonnell) costruiscono la loro fortuna sulla pelle degli altri, uccidendo, ingannando, arrivando addirittura a fare una scelta tanto egoista da determinare coscientemente il destino dei loro futuri consanguinei.

La mancanza di una guida, di un attaccamento sicuro e di limiti, la deprivazione emotiva, renderanno Frederick Usher (interpretato da Henry Thomas) un vero psicopatico; Tamerlane Usher (interpretata da Samantha Sloyan), diventerà una donna cinica, manipolatrice e priva di sentimenti; Victorine Lafourcade, una dei figli illegittimi di Roderick (interpretata da T’Nia Miller) e Prospero “Perry” Usher (interpretato da Sauriyan Sapkota), non saranno in grado di porsi degli obiettivi realistici nella vita; Napoleon “Leo” Usher (interpretato da Rahul Kohli) svilupperà una serie di dipendenze (da videogiochi, da droghe, da alcol).

Insomma, la famiglia Usher è un ricettacolo di disturbi di personalità, psicosi, addiction. L’unico personaggio sano e positivo della dinastia è la giovane Lenore che, come un frutto non intaccato dagli altri frutti degradati di un cesto, si è straordinariamente tenuta integra in un ambiente altamente disfunzionale e disgregante.


La serie si apre sulle note di “Another brick in the wall” dei Pink Floyd; mentre ancora lo schermo è nero, seguono in rapida successione flash di immagini (un countdown di capodanno del 1980, un muro, un corvo, il volto di una donna che sorride in modo inquietante). Vi è poi la scena di un funerale collettivo, per celebrare la scomparsa di tre fratelli. Mentre il prete recita i versi della poesia di Poe “Gli spiriti della morte”, uno dei parenti raccolti, il più anziano, sembra preda di macabre allucinazioni. Alla nipote che gli chiede cosa stia succedendo, risponde in modo criptico: “Lei è qui”.

La Caduta della Casa degli Usher

Scopriamo ben presto che la famiglia raccolta in quella chiesa è la potente quanto controversa famiglia Usher e le tre bare disposte davanti all’altare contengono i corpi degli ultimi dei sei figli della dinastia, tutti morti in rapida successione in misteriosi e violenti incidenti.

I capostipiti degli Usher, Roderick e Madeline, sono due gemelli profondamente legati e dal passato traumatico che, partendo da umili origini, hanno fatto una straordinaria ascesa fino a raggiungere i vertici di una importante azienda farmaceutica chiamata “Fortunato” (il nome del giullare nel racconto di Poe “Il barile di Amontillado”) che ha fatto, attraverso la commercializzazione dell’antidolorifico Ligadone (che trae spunto dal racconto “Ligeia”), la sua macabra fortuna.

Roderick Usher, provato dalla tragica morte dei suoi figli, avuti da madri diverse, decide di affidare la sua confessione al viceprocuratore Auguste Dupin, sua vecchia conoscenza, che da anni indaga per cercare di far condannare la Fortunato, per gli effetti dannosi del Ligadone sulle persone e per le molteplici azioni illegali di cui l’azienda si è da sempre macchiata. Da lì, attraverso una serie di flasback, veniamo a conoscenza della storia dell’ascesa e della caduta della casa degli Usher.

La Caduta della casa degli Usher

La confessione di Roderick viene abitata da visioni raccapriccianti in cui gli appaiono i suoi figli morti, che sono un misto tra apparizioni dall’aldilà, manifestazioni del suo senso di colpa e sintomi della sua malattia: Roderick, infatti, confida a Dupin di essere affetto dallo stesso disturbo di sua madre, chiamato CADASIL, una leucoencefalopatia vascolare caratterizzata da ictus ricorrenti, emicranie, sintomi psichiatrici (tra cui, appunto, le allucinazioni) e vari disturbi cognitivi.

Sua figlia Victorine stava lavorando, insieme alla sua compagna, a un controverso progetto medico di sperimentazione sugli scimpanzè, che consisteva proprio nella progettazione di un particolare dispositivo cardiaco salvavita destinato al padre. Usiamo l’indicativo imperfetto perché entrambe faranno una brutta, bruttissima fine, per mano, tra l’altro, della stessa persona.

Da alcuni flashback del passato intuiamo che Roderick e Madeline sono molto probabilmente figli illegittimi nati dalla relazione dell’allora amministratore delegato della Fortunato, un uomo cinico ed egoista (il primo della serie), con la sua segretaria. La madre degli Usher, Eliza (che prende il nome dalla madre di Poe), quando loro sono ancora ragazzini, sviluppa la patologia di cui soffrirà anche suo figlio, patologia che le procura atroci sofferenze e deliri. La donna, però, non intende farsi curare dalla medicina, essendo una fervente credente religiosa e asserendo che il corpo è un tempio di Dio da non contaminare (particolare paradossale considerando che lavorava per un’azienda farmaceutica).

A nulla serviranno i tentativi dei figli di convincerla a farsi aiutare. I due si spingeranno anche a chiedere il supporto del suo spietato amante, senza esito. Le circostanze in cui la donna morirà riproducono uno dei temi più sviluppati da Poe, quello delle sepolture premature (tema che ha ispirato film come “Sepolto vivo” e “Buried – Sepolto”) e costituirà un evento fondamentale che influirà sulle scelte di vita dei due gemelli, oltre ad innescare il processo di passaggio di potere all’interno della Fortunato, creando il substrato ottimale per l’ascesa di Roderick.

Sempre in uno di questi flashback scopriamo, infatti, che molti anni prima Roderick Usher, che al tempo lavorava alla Fortunato in un ruolo subalterno, e Auguste Dupin si erano per un momento apparentemente alleati nel condannare gli illeciti della potente casa farmaceutica, ma Roderick, all’ultimo, aveva fatto un inaspettato voltafaccia, con il premeditato intento di iniziare la sua scalata verso i vertici aziendali. Questo aveva portato alla rottura con la prima e amata moglie Annabel Lee (di cui la voce narrante piange la morte nella poesia eponima di Poe), che non aveva accettato l’azione manipolatoria e disonesta del marito.

Da un altro importante flashback, veniamo trasportati alla sera di San Silvestro del 1979, nel corso della quale i due gemelli Usher compiranno un’azione che costituirà uno spartiacque della loro vita, ma in cui soprattutto faranno un importante, misterioso e decisivo incontro con una donna: Verna (non a caso, anagramma di “Raven”, il corvo).

Verna, interpretata dalla straordinaria Carla Gugino, è una donna misteriosa e inquietante che si rivelerà essere un’entità dai caratteri paranormali e mefistofelici. Assumendo sembianze diverse, sarà sulla scena di ogni incidente mortale dei figli di Roderick Usher, mostrandosi estremamente punitiva e crudele con i cinici e indulgente verso gli innocenti. Verna mostrerà dispiacere e comprensione in particolare per le sorti della nipote di Roderick, Lenore (il cui nome prende ispirazione dall’amata scomparsa nella poesia “Il corvo”), tra le poche figure positive di questa storia. Lenore sembra aver ereditato l’onestà e la saggezza di sua nonna, la prima moglie del capostipite di casa Usher.

In ciascuna morte dei figli e delle figlie di Roderick, la causa originaria parte sempre da un’azione illecita e/o crudele perpetrata dagli Usher, unita ad un tratto disfunzionale della loro personalità, su cui Verna fa leva.

Una menzione speciale va riservata al personaggio di Arthur Pym, il controverso avvocato degli Usher, interpretato da Mark Hamill (l’iconico Luke Skywalker di “Guerre Stellari”). Pronto a risolvere ogni loro problema con ogni mezzo, si rivela essere il loro più importante collaboratore. Anche il suo nome, come quello di tutti i personaggi della storia, è un riferimento a un’opera di Poe, nello specifico a “Storia di Arthur Pym”. Il passato dell’avvocato e la sua personalità, che emergeranno a mano a mano nella serie, fanno eco con questo suo ultimo romanzo pubblicato.

Arthur Pym si rivelerà essere una persona che non scende a compromessi, né per quanto riguarda i suoi servizi per casa Usher e né per ciò che concerne le sue stesse scelte personali. Un uomo integro, anche se nel male. La parte interessante di questa serie è che i personaggi che non appartengono alla stirpe di sangue degli Usher, per quanto negativi, non sembrano mai raggiungere i livelli di degrado morale e umano dei membri della famiglia, compresa Verna, che umana non è.

Il gatto nero - Edgar Allan Poe

Oltre ai riferimenti già riportati, di citazioni e spunti tratti dall’universo letterario di Poe la serie è piena. Non li metteremo tutti, anzi per gli appassionati di Poe sarà interessante fare questa caccia al tesoro alla ricerca dei tanti riferimenti a questo grande autore. La trama della serie ha come impianto principale il celebre omonimo racconto di Poe, ma la narrazione è fittamente intrecciata con altre storie e personaggi del suo universo letterario, già a partire dai titoli di ciascuna puntata della miniserie: “Una tetra mezzanotte”, “La maschera della morte rossa”, “I delitti della Rue Morgue”, “Lo scarabeo d’oro”, “Il corvo”.

Sono particolarmente suggestivi i riferimenti a tre opere di Poe, che immediatamente rievocano le trame dei suoi racconti più famosi in modo estremamente vivido: “Il gatto nero”, “Il cuore rivelatore”, “Il pozzo e il pendolo” sono rispettivamente legati alle vite e alle morti di Leo, Victorine e Frederick. “Il barile di Amontillado” è invece alla base della sceneggiatura della storia del personaggio secondario della serie Rufus Wilmot Griswold (interpretato da Michael Trucco), protagonista di una parte fondamentale della narrazione, il momento in cui le vite di Roderick e Madeline prendono una svolta decisiva.

Oltre a questi, si intersecano altri racconti e versi di poesie recitati dai vari personaggi e, inoltre, il nome di ogni figura della serie e il suo profilo psicologico si ispirano ai personaggi di Poe e alla caratterizzazione da lui conferita.

La caduta della Casa degli Usher è una miniserie molto intensa, di grande qualità artistica, che presenta dei momenti di forte impatto sullo spettatore. Ci si accorge di questo già a partire dal secondo episodio, la cui scena finale è una carneficina davvero terrificante. L’intreccio delle storie, il passaggio dal passato al presente, la caratterizzazione psicologica dei personaggi, unita ai riferimenti alla letteratura classica horror, la perfetta direzione d’orchestra di Mike Flanagan rendono questo suo ultimo lavoro un piccolo capolavoro, che gli amanti del genere non possono perdere.


Laura Salvai e Laura Lambertucci

Laura Salvai e Laura Lambertucci hanno in comune molte cose: il nome, l'essere psicologhe-psicoterapeute a orientamento cognitivo-comportamentale ed essere appassionate di cinema e serie tv. Amiche, oltre che colleghe che condividono lo stesso studio a Torino, hanno fatto del loro legame una collaborazione proficua e a tutto tondo.