Psychofilm

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Film psicologici e psicologia spiegata attraverso il cinema

CortiInterviste

The Streamer

The Streamer è un cortometraggio scritto e diretto da Riccardo Conti e interpretato da Maria Laura Bortolini che racconta la storia di Giulia, una giovane ragazza divisa, come molte sue coetanee, tra vita vera e vita virtuale. Due vite parallele, che però viaggiano a velocità diverse e con regole diverse.

Durante la creazione di contenuti digitali per i suoi profili TikTok e Twitch, scanditi dai timer per la partenza delle dirette e dai suoni delle notifiche dei commenti dei suoi follower, fanno incursione nella sua stanza le voci delle persone della sua vita reale. Personaggi che entrano ed escono dalle sue esistenze parallele e di cui Giulia deve gestire l’impatto emotivo.

Sua sorella, il suo ragazzo e la sua migliore amica criticano la sua presenza sui social e la sua gestione delle relazioni con loro, a cui Giulia pare dedicare un’attenzione e un tempo distratti e ridotti. La streamer asseconda i bisogni fugaci del suo pubblico e la propria necessità di attenzioni effimere e superficiali, lasciando dietro di sé queste voci, finché non diventano preponderanti nel suo vissuto emotivo, come esperienze abbandoniche.

Ecco, allora, che diventa sempre più difficile per lei non far crollare la maschera che indossa per il suo pubblico.

Lo stream deve continuare, ma il doppio gioco e le due vite di Giulia iniziano a intersecarsi in modo straziante. La sua disperata ricerca di tenere separate le sue principali fonti di valore personale non funziona più tanto bene; il di qua e il di là dello schermo irrompono nel suo spazio vitale e cominciano a mescolarsi.

I due binari paralleli iniziano a incrociarsi e il tempo e le regole dei due mondi sono molto diversi nella mente di Giulia. Il mondo virtuale è veloce e le interazioni con il pubblico non sono sempre regolate dal rispetto, ma Giulia sembra soprassedere sui commenti poco educati che riceve. Il suo ragazzo le fa notare, al telefono, questa diversa unità di misura, in modo molto forte, usando uno degli insulti che Giulia riceve quotidianamente come feedback ai suoi contenuti e chiedendole che differenza c’è se lo pronuncia lui o lo pronuncia uno dei suoi follower.

La differenza c’è, ed è enorme, perché ci sono giudici e giudici nella nostra vita: quelli che si eleggono tali (persone che non conosciamo, non amiamo e non stimiamo) e quelli che eleggiamo noi (le persone a noi care), da cui ci aspettiamo critiche costruttive, sostegno e amore incondizionato; questi ultimi sono quelli che quando dicono qualcosa per ferirci, ci feriscono davvero, perché conoscono la nostra sostanza e non la nostra apparenza.

The Streamer - Corto

The Streamer condensa in pochi minuti, con una ottima interpretazione dell’attrice protagonista e una splendida fotografia curata da Cristina Garosi, una storia emotivamente complessa, in cui due realtà dapprima divise, diventano alla fine indistinguibili.


Riccardo, come è nata l’idea di questo cortometraggio?

In un’epoca manovrata dai social media volevo raccontare la storia di una streamer che ha difficoltà a conciliare la sua vita virtuale con quella “reale”. Nello specifico mi sono concentrato su due mondi: quello delle dirette (stream) su Twitch e quello dei contenuti di TikTok. A questo scopo ho fatto un ingente lavoro di “pre-sviluppo”, guardando e studiando per più di un mese gli stream e i video di molte creatrici di contenuti famose su tali piattaforme, allo scopo di ricreare fedelmente questi mondi nel film.

La scelta stilistica che hai fatto, per la realizzazione di The Streamer, è molto efficace, il linguaggio audiovisivo che hai utilizzato ricorda molti altri film che raccontano storie ambientate sui social media.

Sì, le inquadrature, le grafiche, il format con cui Giulia si rivolge al pubblico e gli stili di ripresa riflettono quelli realmente utilizzati nelle piattaforme social usate nel film. In questo senso, i commenti dei followers di Giulia, che scorrono durante il cortometraggio (a simulare la realtà virtuale di questi social), svolgono un ruolo cruciale. Infatti, i commenti non hanno solo un fine a livello di design, ma seguono anche un filone narrativo parallelo: se si leggono con attenzione, si può scorgere una storia sotto la storia, una narrazione che riguarda i followers di Giulia, poiché essi sono veri e propri personaggi del film.

L’aspetto che più colpisce di questo corto è la presenza di due realtà che viaggiano, dapprima, su binari paralleli, ma che immediatamente iniziano a intersecarsi e a creare una realtà mista, in cui i due mondi di Giulia convergono. Era questo l’intento a cui aspirava la tua sceneggiatura?

Sì, sono rimasto molto soddisfatto di come nel corto (anche mediante gli effetti visivi) il punto di vista dei followers di Giulia (che guardano attraverso il loro schermo), ovvero la realtà virtuale, si alterna con la realtà “reale” fino al punto in cui diventano addirittura indistinguibili, nel finale. Era un obiettivo che mi ero prefissato ma che non pensavo di riuscire a raggiungere.

Inoltre, poiché Giulia fissa spesso l’inquadratura, lo spettatore tende ad immedesimarsi come suo follower, così che si ha un nuovo e diverso tipo di rottura della quarta parete.

È però la stessa Giulia ad essere la principale antagonista di sé medesima. Infatti, trovo interessanti tutti i personaggi che si costruiscono un nemico dentro di loro, dal quale non possono fuggire, cosa che accade soprattutto nella natura giovanile, quella che più mi affascina.

In quale genere cinematografico inseriresti questo lavoro?

Mi piace pensare e dire che il mio genere cinematografico, o quanto meno il mio genere target, sia quello che chiamo “dramma giovanile”.

È comunque evidentemente presente nel film una grande dose di realismo, cosa che era ovviamente pianificata sin dalla scrittura: di fronte ad un mondo pieno di supereroi delle piattaforme, ai nostri occhi perfetti ed invidiabili, volevo mostrare anche ciò che succede dall’altro lato dello schermo, le problematiche che hanno questi supereroi, nella loro umana imperfezione.


Maria Laura Bortolini (in arte Mary) – Attrice protagonista

Nata a Bologna, dopo vari corsi di recitazione al Teatro dell’Argine si trasferisce a Roma per frequentare la prestigiosa scuola di recitazione “Teatro Azione”, per poi diplomarsi, alla stessa, come attrice professionista. Mary ha recitato come attrice protagonista in opere teatrali quali “Il cerchio di gesso del Caucaso” e “Il drago!”.


Cristina Garosi – Voci fuori campo e montaggio video

Dopo aver studiato doppiaggio tra il 2014 e il 2017, lavora come doppiatrice per serie di Netflix e cartoni animati. Nel 2023 è impegnata nel doppiaggio cantato di Barbie nel cartone animato “Barbie Malibu” e lavora nel doppiaggio di “Spider-Man: Across the Spider-Verse”. Da sempre lavora anche al montaggio di progetti audiovisivi


Niko Bidoli – VFX

Niko Bidoli lavora da anni agli effetti visivi di importanti film quali “State of Consciousness”, interpretato da Emile Hirsch e diretto da Marcus Stokes e “The Christmas Show”, interpretato da Raoul Bova e Francesco Pannofino.


Riccardo Conti – Regia e sceneggiatura

Nato nel 1994 e cresciuto in Maremma, vicino a Saturnia, Riccardo Conti è da sempre affascinato dal cinema d’autore, di tutte le epoche. Dopo studi di sceneggiatura e storia del cinema presso l’Accademia di Cinema Immagina di Firenze, frequenta un corso di aiuto regia presso l’Accademia Griffith di Roma e, in seguito, una masterclass sul budget cinematografico con Gianluca Arcopinto.

Laura Salvai

Sono psicologa, psicoterapeuta a orientamento cognitivo-comportamentale, sessuologa clinica e terapeuta EMDR. Amo le storie e mi piace scriverle, leggerle, ascoltarle e raccontarle. Sono la fondatrice del gruppo Facebook "PSYCHOFILM" e la proprietaria di questo sito. Il cinema è per me una grande passione da sempre, diventata con il tempo anche uno dei miei principali impegni professionali.