Imparare la memoria con il cinema
È possibile imparare qualcosa sulla memoria grazie al cinema? John Seamon, nel suo libro “Memory and Movies: What Films Can Teach Us About Memory” afferma di sì, e come dargli torto, in fondo la settima arte è una forma di narrazione che si ispira alla vita e ispira la vita.
Quando si parla di memoria, nella vita di ogni giorno, si tende spesso a pensare che essa sia un aspetto unico della mente (ad esempio quando si dice “Hai una buona memoria” o “La mia memoria è scarsa”); in realtà la memoria comprende molti sistemi tra loro indipendenti.
Ci sono, ad esempio, all’interno dei due macro-gruppi della memoria a breve e lungo termine, la memoria episodica e autobiografica, quella semantica, quella procedurale, quella di lavoro; c’è la memoria anterograda e quella retrograda.
Seamon cerca di spiegare questi diversi sistemi attraverso l’analisi di alcuni film molto conosciuti, per offrire ai suoi lettori una panoramica di facile comprensione su cosa la scienza sa delle funzioni e disfunzioni della memoria.
Ad esempio cita “Avatar” e “Vita di Pi” come esempi per spiegare il funzionamento della “working memory” o “memoria di lavoro”, “Titanic” per parlare di memoria autobiografica, “Nato il 4 luglio” per descrivere la memoria traumatica.
Premetto che non ho ancora avuto occasione di acquistare e leggere il libro di John Seamon, ma ho seguito un suo corso online molto approfondito sul testo e questo mi ha stimolata a fare qualche riflessione basandomi sul mio personale bagaglio culturale di cinema.
Partirò dunque da un suo interessante contributo sul film “50 volte il primo bacio”, per poi fornirvi un breve elenco, certamente non esaustivo, di titoli che mi sono venuti in mente sul tema della memoria e del suo funzionamento.
50 first dates
“50 volte il primo bacio” racconta la storia di Lucy (interpretata da Drew Barrymore) una donna che soffre di una particolare forma di amnesia.
Dopo essere stata vittima di un incidente automobilistico che le ha procurato un trauma cerebrale, Lucy può ricordare eventi precedenti alla lesione e può immagazzinare nuove memorie di eventi che le accadono ogni giorno, ma questi nuovi eventi scompaiono inspiegabilmente dalla sua memoria ogni notte, dopo che è andata a dormire.
La donna non può dunque ricordare nuovi eventi per più di un giorno e quando Henry (interpretato da Adam Sandler) si innamora di lei, è costretto a conquistarla ogni giorno, perché Lucy ad ogni risveglio non si ricorda di lui.
Nella vita reale un trauma come quello subito da Lucy può causare gravi danni al cervello e seri problemi anche a livello di memoria, ma non nel modo in cui sono descritti in questo film.
La memoria non può funzionare durante il giorno e non funzionare più dopo la notte. Se il danno cerebrale di Lucy fosse così serio da non permetterle di creare nuovi ricordi duraturi, lei avrebbe difficoltà a ricordare qualunque nuova informazione per più di un brevissimo tempo, non immagazzinandola nella memoria a lungo termine.
La cosa curiosa è che Seamon racconta che un anno circa dopo l’uscita nelle sale di questo film, venne scoperto il caso di una donna che a seguito di un incidente d’auto presentava lo stesso deficit mnemonico di Lucy, pur non avendo subito nessun danno cerebrale evidente.
Si scoprì in seguito che Drew Barrymore era l’attrice preferita da questa paziente e che la donna aveva visto il film in questione prima del suo incidente. Si pensò, dunque, che la donna soffrisse di un’amnesia di tipo funzionale, cioè psicogena.
Film per bambini (anzi, per tutti)
La memoria è stata argomento di due film d’animazione di grande successo, “Alla ricerca di Nemo” (2003) e “Alla ricerca di Dory” (2016).
Dory è un pesce femmina che soffre di gravi problemi di amnesia, infatti, a causa di un deficit a livello di memoria a breve termine, non riesce a creare nuove memorie a lungo termine; la sua difficoltà, nel cartone animato, dà vita a una serie di battute e interazioni molto divertenti tra i personaggi, benché nella vita reale un problema di questo tipo sarebbe enormemente drammatico.
Attacchi di panico e memoria di lavoro
Helen, la protagonista del film “Copycat – Omicidi in serie” (interpretata da Sigourney Weaver) è una profiler che dopo aver vissuto un’esperienza fortemente traumatica ha sviluppato un disturbo di panico con grave agorafobia, che non le permette di uscire dalla propria abitazione.
Le scene in cui la donna ha degli attacchi di panico sono molto realistiche; in una di queste Helen si accorge che la sua ansia sta crescendo e per evitare che sfoci in un nuovo potente episodio di panico, inizia ad elencare ad alta voce in ordine cronologico i nomi dei presidenti americani.
Questa scena, a cui alcuni non avranno saputo dare un significato, illustra invece una tecnica che viene insegnata ai pazienti con questo tipo di disturbo per gestire l’ansia, basata sull’impegnare deliberatamente la memoria di lavoro.
Memoria e Alzheimer
Due film hanno illustrato in modo puntuale e drammatico i deficit di memoria nell’ambito delle malattie neurodegenerative.
Il primo è “Still Alice” che racconta la storia di una donna cinquantenne a cui viene diagnosticata una forma precoce di Alzheimer.
Il secondo è “Remember”, la storia di un uomo anziano affetto dalla stessa malattia, che intraprende un viaggio per cercare un militare tedesco che ha partecipato allo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, con l’aiuto di note scritte e la guida di un altro anziano, bloccato a causa di un ictus su una sedia a rotelle.
Memoria anterograda
“Memento” è un film di C. Nolan che racconta la storia di Leonard, un uomo che a causa di un trauma cerebrale ha perso la capacità di memorizzare nuovi eventi (la cosiddetta “memoria anterograda”).
L’aspetto straordinario di questo film è che il montaggio delle scene crea nello spettatore lo stesso smarrimento del protagonista, facendogli provare in prima persona che cosa significa vivere con un deficit di questo tipo.
La storia, infatti, procede a ritroso chiedendo al pubblico uno sforzo simile a quello del protagonista per mettere insieme i pezzi della narrazione e darle senso.
Di chi ci si può fidare quando non ci si può fidare di se stessi, quando la stessa stanza di albergo e gli stessi volti che si vedono ogni giorno sono sempre nuovi, quando chiunque può approfittare del deficit cognitivo di una persona per suoi vantaggi personali?
Leonard è capace di sputare dentro un bicchiere in cui hanno sputato altre persone e dopo due minuti berlo, di picchiare una persona e poi credere che questa sia stata aggredita da qualcun altro e vendicarla, perché non riesce a immagazzinare nuove informazioni e a ricordare ciò che gli è successo pochi istanti prima.
Memoria e stati alterati di coscienza
“Share”: Mandy, una ragazza di 16 anni, riceve dai suoi amici dei messaggi che la informano della presenza di un video sulla rete diventato virale, in cui alcuni ragazzi della sua scuola approfittano di lei mentre è in stato di incoscienza a causa di un eccesso di alcol.
La violenza si è consumata durante una notte che lei non riesce assolutamente a ricordare, in cui si è svegliata priva di memoria e piena di lividi sul prato di fronte a casa. La ricerca della verità su quanto accaduto sarà lunga e difficile per lei e la sua famiglia.
Memoria e dissociazione
“La bestia nel cuore”: una donna scopre di essere stata vittima di un abuso da parte del padre, in un lento e terribile riaffiorare di ricordi dapprima inaccessibili.
Imparare o insegnare la memoria attraverso i film o le scene dei film è possibile, come sostiene John Seamon.
Inoltre, dato che il cinema ci offre dei contenuti emotivamente rilevanti, ricordare cosa si è appreso sulla memoria (o su qualsiasi altro argomento) attraverso le sue suggestioni risulta più facile.