Oncologia e cinema: “Io e Ascanio”
“Sala d’attesa di uno studio medico. Si apre la porta del dottore e ne esce una donna, piuttosto preoccupata. Chiude la porta e inizia a parlare tra sé: allora…sagittario! No no no no no. Leone! Ma no, no. Scorpione… Scorpione! Si riapre la porta e spunta la testa del medico: cancro signora, ho detto cancro!”.
È con questa amara barzelletta che Ascanio (Stefano Saccotelli), imprenditore cinquantenne, inizia a parlare con Federica (Elena Rotari), ragazza venticinquenne appena laureata, mentre entrambi stanno facendo una seduta di chemioterapia. Ascanio e Federica sono due persone che vengono da mondi diversi e che non si sarebbero forse mai incontrate, se non fossero accomunate entrambe da una grave patologia. Nessuno dei due ha scelto di essere lì, ma entrambi scelgono di affrontare insieme quel difficile percorso con speranza, ironia e un atteggiamento positivo.
Il divario generazionale non impedisce ai due pazienti di stringere una profonda amicizia e di portare avanti un progetto comune: quello di scrivere un libro che racconti la loro storia e il modo in cui ognuno di loro ha affrontato la malattia.
Il cortometraggio, girato presso l’Azienda Ospedaliera Mauriziano di Torino, parte da un’iniziativa tesa a migliorare la comunicazione tra medico e paziente e ha visto la partecipazione di alcuni dottori ed infermieri dell’Oncologia Medica.
Tratto dal soggetto del Dott.Massimo Dimaio, Direttore di Oncologia Medica universitaria dell’ospedale Mauriziano, scritto e diretto da Enzo Dino, “Io e Ascanio” ha vinto il premio AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) a Roma come migliore cortometraggio, a pari merito con il documentario “Gli anni Più belli” di Livia Parisi, al concorso “Oncologia e Cinema”.
Il cortometraggio è arrivato finalista al “Cefalù Film Festival”, all’ “AShorts Film Festival” di Ravenna e al “We Care” di Barcellona, festival che ha proprio lo scopo di promuovere la conoscenza su importanti questioni inerenti il fine vita e stimolare la riflessione sul fatto che l’esistenza possa essere densa di significato in qualunque circostanza, fino alla fine.
Ora lascio la parola a Enzo Dino, regista del corto.
Cosa ci racconti su questa esperienza Enzo? Cosa ha significato per te?
Girare “Io e Ascanio” è stata un’esperienza molta profonda e coinvolgente dal punto di vista registico ed umano, dato che il corto è stato girato presso i reparti oncologici del Mauriziano di Torino. Abbiamo avuto l’onore di avere sul set veri professionisti della sanità, infermieri e medici che lavorano ogni giorno a contatto con questo tipo di sofferenza. Tra loro ci tengo a ricordare, in particolare, il Dott.Dimaio, autore del soggetto, e la Dott.ssa Sperti.
Quali sono le particolarità principali di questo lavoro?
La cosa speciale di “Io e Ascanio” è che il soggetto sia stato pensato da un medico vero, il Dottor Dimaio appunto, e che la storia sia basata sulla speranza e sull’ottimismo nell’affrontare il percorso della malattia, un punto di vista alquanto speciale.
Cosa ci puoi dire degli attori che hanno interpretato i due protagonisti della storia?
Gli attori Stefano Saccotelli ed Elena Rotari hanno creato una sinergia meravigliosa donando ai loro personaggi carattere ed autenticità.