Psychofilm

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Film psicologici e psicologia spiegata attraverso il cinema

Giornate Internazionali

Giornata mondiale dei desaparecidos: Imagining Argentina

Le sparizioni forzate sono un metodo di controllo politico teso a diffondere il terrore nella popolazione e a generare un senso di insicurezza all’interno della comunità. Minaccia, intimidazione, reclusione, tortura, violenza sessuale e psicologica, omicidio, sono i mezzi che sono stati utilizzati dalle dittature e dalle organizzazioni criminali di tutto il mondo per schiacciare la volontà dei popoli, per reprimere ogni forma di opposizione al potere o per interessi economici, come nel caso del mercato della tratta umana (schiavi, prostituzione e traffico di organi). Talvolta vi è una complicità tra criminalità organizzata e governo, ne sono un esempio le sparizioni legate ai “narcostati”.

L’enforced disappearance è un crimine contro l’umanità troppo spesso impunito e dalle conseguenze devastanti. Chiunque può cadere vittima di questa pratica ingiusta, anche se ci sono individui che per età, sesso, condizioni fisiche o tipo di attività sono maggiormente a rischio. Moltissimi i bambini, tra le vittime, alcuni anche strappati subito dopo il parto alle madri prigioniere, tantissime persone disabili, molti attivisti, intellettuali, giornalisti, studenti.

Nessun comportamento è totalmente sicuro, non ci si può fidare di nessuno, perché il vicino di casa o l’amico può essere una spia e le forze dell’ordine possono essere coinvolte.


“Sono entrata in casa dove ho trovato mia sorella e Mirko […]. Di colpo mi sono saltati addosso, Mirko mi teneva e Dorina mi spinse sulla bocca una garza bagnata. Ho perso i sensi quasi subito. Mi hanno legato, e indovina un po’?… non ci arrivi? Mi hanno venduta. Mi hanno venduta a un trafficante di carne umana. Un trafficante di bambini, di ragazzine e forse anche di organi”.
“Arizona Market – Europe Sex Trade” – Kenneth R.Norton

Nella maggior parte dei casi nessuno sa nulla della sorte degli scomparsi, imprigionati in strutture nascoste, trasferiti in altri paesi, uccisi e seppelliti in fosse comuni o gettati nell’oceano.

Paura e disperazione, ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo.

Imprevedibilità assoluta, senso di impotenza. Sofferenza fisica e psicologica, deprivazione della libertà. Falsificazione di prove e documenti, violazione della privacy, abuso, intimidazione, oppressione.

Le sparizioni forzate sono uno dei crimini più terribili che la mente umana abbia mai concepito e uno dei più diffusi. Metodo utilizzato in modo sistematico dal nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale, dalle dittature argentine e cilene negli anni Settanta, nei paesi africani, in Messico, durante le guerre jugoslave, per citare alcuni tra i principali paesi coinvolti da questa barbarie.

Dal 1999 più di 6.000 persone sono state registrate come scomparse in Kosovo. Dal 2006 a oggi più di 32.000 persone sono scomparse in Messico e sono 30.000 i desaparecidos argentini.

Campi di concentramento, gulag, “case de seguridad”, per la detenzione, lo sfruttamento e lo sterminio di un numero non calcolabile di esseri umani nel corso della storia.

La strategia del terrore legata alle sparizioni forzate è rappresentata in modo realistico ed estremamente drammatico da uno dei film più belli interpretati da Antonio Banderas, co-protagonista con la bravissima Emma Thompson di “Imagining Argentina” (2002 – Regia di Christopher Hampton).

È il 1976 e Buenos Aires è nelle mani della giunta militare del generale Jorge Rafael Videla. Cecilia (Emma Thompson) è una giornalista che vuole denunciare la scomparsa di alcuni studenti durante la “Noche de los Lápices” operazione della polizia argentina contro le attività antinazionaliste, inserita in quello che fu chiamato “Processo di Riorganizzazione Nazionale”. Il marito Carlos (Antonio Banderas), direttore di un teatro, cerca di dissuaderla: alcuni ragazzi sono stati sequestrati dopo aver protestato per il costo del biglietto dell’autobus, cosa succederebbe a lei se scrivesse un articolo di denuncia? La donna però è decisa a dare il suo contributo alla causa della protesta e non si lascia convincere. Dopo la pubblicazione del suo articolo, la donna scompare.

Carlos inizia ad avere delle visioni su quello che le è accaduto e scopre di essere un sensitivo, capace di sapere cosa è successo alle persone scomparse solo conoscendone il nome e stringendo la mano di un loro famigliare. Inizia così la sua indagine personale per ritrovare la moglie e la sua missione, quella di mettere a disposizione il suo dono per aiutare le madri di Plaza De Mayo, associazione formata dalle madri dei desaparecidos, che ogni settimana diventa più numerosa, a causa delle operazioni di rastrellamento sempre più frequenti.

Le donne si riuniscono regolarmente con Carlos, per chiedergli notizie sulle sorti dei loro cari. Alcuni sono ancora vivi, altri sono stati uccisi e sotterrati nella pampa o gettati in mare.

Durante la ricerca di Cecilia, Carlos incontra una coppia di ex prigionieri di Auschwitz. Il dialogo tra loro è molto emozionante, e la scena del loro incontro è un trait d’union storico molto potente. Amos e Sara vivono in una casa con tantissimi uccelli e quando Carlos chiede loro perché, i due gli raccontano che ad Auschwitz l’unico momento di vita e di speranza per i deportati era quando alcuni uccelli si posavano sulle reti della recinzione. Le guardie tedesche, per togliere loro anche quell’unico momento di sollievo alle loro pene, avevano elettrificato tutta l’area e per un giorno intero i prigionieri avevano ascoltato le urla degli uccelli che venivano uccisi dalla corrente. Poi, nessun uccello si era più posato sul recinto del campo. Amos e Sara, appena fatto il trasferimento in Argentina, avevano acquistato tutti gli uccelli che erano riusciti a trovare e li avevano portati nel giardino della loro casa, come simbolo di libertà.

Carlos, nelle sue visioni, è testimone dei supplizi cui è sottoposta Cecilia, percossa e violentata regolarmente all’interno della struttura in cui è tenuta prigioniera. Presto la donna viene raggiunta dalla figlia Teresa, che non riesce a difendere dai soprusi e dagli stupri da parte dei militari della prigione. Il rapimento di Teresa e di un collega e amico di Carlos sono atti di vendetta da parte di un militare scoperto da Carlos mentre cercava di inserirsi nel gruppo dei famigliari delle vittime come spia, fingendo di essere il fratello di una donna scomparsa.

Il film racconta con estremo realismo la storia dei desaparecidos argentini e delle loro famiglie, vittime innocenti del controllo e del potere del governo militare. Psychofilm ne consiglia vivamente la visione, per l’ottima sceneggiatura, la cura dei dettagli psicologici e relazionali dei personaggi e l’interessante performance di un Antonio Banderas insolito e di una Emma Thompson sempre perfetta nei ruoli drammatici e nelle storie di resilienza femminile.


” ‘That’s what has become of Argentina,’ he said bitterly. ‘A house full of tears.’ “
(dal libro “Imagining Argentina” di Lawrence Thornton)

Fonti:

International Convention for the Protection of All Persons from Enforced Disappearance

“Messico, il paese dei desaparecidos” – Osservatorio Diritti

“Diritti umani violati: 17 paesi nella black-list di Amnesty” – Il Sole 24 ore

“Messico, i desaparecidos come strategia del terrore” – La Repubblica

“Arizona Market – Europe Sex Trade” – Kenneth R.Norton


 

Laura Salvai

Sono psicologa, psicoterapeuta a orientamento cognitivo-comportamentale, sessuologa clinica e terapeuta EMDR. Amo le storie e mi piace scriverle, leggerle, ascoltarle e raccontarle. Sono la fondatrice del gruppo Facebook "PSYCHOFILM" e la proprietaria di questo sito. Il cinema è per me una grande passione da sempre, diventata con il tempo anche uno dei miei principali impegni professionali.