Psychofilm

Psychofilm

Film psicologici e psicologia spiegata attraverso il cinema

Eventi cinemaRecensioni

Lovers 2017 – Tom of Finland


[Attenzione Spoiler: vengono svelati particolari della trama]

L’arte figurativa ha avuto da sempre il potere di influenzare la cultura e il modo di vedere se stessi, gli altri e il mondo. “Tom of Finland” racconta proprio questo e, in particolare, ci racconta di come il disegno possa contribuire all’uscita da certi stereotipi e all’accettazione di sé da parte di chi si sente sbagliato. E dato che il motto della 32° edizione del Lovers Film Festival è stato “Queering the borders” (mandare all’aria le frontiere), “Tom of Finland” come film d’apertura non poteva che essere la scelta più azzeccata.

“Tom of Finland” (Finlandia/Svezia/Danimarca/Germania, 2017, regia: Dome Karukoski) è il film sulla vita di Touko Valio Laaksonen (1920-1991), talentuoso disegnatore e illustratore finlandese fautore dell’immaginario omoerotico leather, che ha influenzato in modo incisivo la cultura gay del ventesimo secolo.

Il film si apre con la seconda guerra mondiale, dove Laaksonen è tenente dell’esercito finlandese, nella guerra d’inverno contro la Russia. Sotto la minaccia di bombardamenti e attacchi, procede la vita quotidiana dei militari, alcuni dei quali intrattengono rapporti sessuali tra di loro (probabilmente da qui nasce la passione di Laaksonen per gli uomini in divisa, che tanto influenzerà la sua produzione artistica).

Oltre al rischio di morire da un momento all’altro, a segnare particolarmente la vita di Touko è soprattutto l’uccisione per mano sua di un soldato russo, atterrato col paracadute in una radura: pur essendo l’azione dettata dal dovere di uccidere il nemico, l’attrazione per quel ragazzo e la consapevolezza di aver ucciso un giovane con cui, in tempo di pace, avrebbe forse tentato un approccio, lo metteranno ancora più in contatto con gli orrori della guerra, e ciò inciderà anche sulle sue successive illustrazioni erotiche.

Finita la guerra, Laaksonen vive con la sorella e fa il grafico pubblicitario. Molti suoi compagni sono morti sul campo di battaglia e le sue notti sono costellate da incubi e irruenti risvegli.

L’omosessualità è illegale in Finlandia (e lo sarà fino al 1971) e, quando Touko tenta di confidarsi con sua sorella, trova anche qui resistenza e rifiuto. Di notte si reca nei parchi alla ricerca segreta di rapporti occasionali, con il rischio perenne di finire sotto i manganelli dei poliziotti che fanno le ronde.

Per esorcizzare i demoni della guerra e per proprio piacere personale, Laaksonen disegna illustrazioni che riproducono le sue fantasie erotiche e comincia anche a mostrarle agli uomini che approccia. Emblematica della grande sofferenza con cui è costretto a vivere la sua omosessualità è la scena in cui mostra una delle sue illustrazioni a un uomo che crede essere gay, ma che invece lo picchia furiosamente.

Fortunatamente non sempre capita questo. Anzi, i disegni di Touko sono molto apprezzati (tanto da venir persino rubati da un gallerista, partner occasionale di una notte). E piacciono anche a Veli, ballerino che diventerà suo compagno di vita.

Nelle illustrazioni di Laaksonen i protagonisti sono gli operai, i boscaioli (la Finlandia rurale gli è in questo d’ispirazione), i motociclisti, i marinai, i poliziotti, i militari, … uomini con membri di grandi dimensioni, dalla prorompente virilità, vestiti di pelle, denim e stivali, a dimostrare che l’omosessualità non è solo fatta di uomini femminei, ma anche di uomini dalla spiccata mascolinità, dando della comunità omosessuale una visione più ampia, meno stereotipata e restrittiva.

Nel film viene fatta risalire la nascita di uno dei personaggi più famosi di Laaksonen, Kake, proprio all’episodio dell’uccisione del soldato in guerra: l’immagine del volto del ragazzo morto è talmente disturbante per lui, che l’unico modo che ha di poterci convivere è di renderlo parte dei suoi disegni, facendolo vivere ancora nelle sue fantasie e nelle sue illustrazioni erotiche.

Veli sprona Laaksonen a far conoscere i suoi disegni a un pubblico più ampio e, nel 1956, con lo pseudonimo Tom, ne invia alcuni alla rivista statunitense di nudo maschile “Psysique Pictorial”. L’editore, Bob Mizer, ne rimane entusiasta e decide di cambiargli lo pseudonimo, tramutandolo nel leggendario “Tom of Finland”.

Le illustrazioni di Laaksonen cominciano ad essere conosciute negli Stati Uniti, dove nascono comunità gay fortemente identificate con Tom of Finland. Una di queste invita Touko in America e, lì, egli ha modo di sentire finalmente soddisfatto il suo bisogno di accoglienza e accettazione. Parlando personalmente con i ragazzi di questi gruppi, comprende quanto Tom of Finland sia stato importante per loro: ragazzi emarginati e picchiati per la loro condizione gay, che si sentivano quindi sbagliati e malati, ma che hanno trovato in quelle illustrazioni un modo per accettarsi e vivere secondo il loro sentire (“hai fatto sentire speciali quelli che si sentivano diversi” gli dirà uno di loro).

Nei primi anni ’80, lo spettro dell’AIDS imperversa e “Tom of Finland” viene accusato di contribuire alla diffusione della malattia. Intanto sta morendo anche Veli, per un tumore alla gola, e Laaksonen non sente più la spinta a disegnare. A farlo riprendere, sarà il dialogo con uno dei ragazzi HIV positivi che, di nuovo, gli farà capire quanto i suoi disegni abbiano significato per lui: “mi hai fatto vivere” – gli dice quel ragazzo – e Laaksonen riprende a disegnare, proprio con l’intento di continuare a rendere felici quanti si trovano a sentirsi sbagliati. Inoltre, sfrutta la fama dei suoi disegni e la loro diffusione negli ambienti gay per fare prevenzione dell’AIDS, inserendo il preservativo nelle sue illustrazioni erotiche.

Il film si conclude con una scena in cui l’artista si trova accolto e acclamato in un evento, che raduna un grande gruppo di suoi ammiratori e di cui viene mostrata una foto reale.

Touko Laaksonen muore il 7 novembre 1991 per un enfisema polmonare, lasciando un patrimonio di oltre 3500 illustrazioni, che con la loro estetica hanno influenzato anche il mondo della musica: i Village People, indossando diverse divise, incarnano alla perfezione i personaggi delle sue illustrazioni, come anche Freddie Mercury che, non solo con i costumi, ma anche con la sua fisicità (baffi, volto squadrato, sguardo fiero) sembra essere stato disegnato da Laaksonen in persona. Alla fine degli anni novanta, nasce anche una linea di moda ispirata a Tom of Finland.

La stessa Finlandia che, all’epoca di Laaksonen considerava l’omosessualità una malattia e praticarla un crimine, e che ha sempre declassato la sua arte a mera pornografia, ha fatto stampare nel 2014 tre francobolli con sue illustrazioni: per la prima volta, una nazione autorizza l’emissione di francobolli dal contenuto chiaramente omosessuale, dimostrando anche il peso politico assunto dalla sua opera.

“Tom of Finland” è un film che merita di essere visto, per conoscere la storia di un grande artista, poco noto al grande pubblico, che ha contribuito a diffondere un messaggio di amore, libertà e accettazione.

 

Laura Lambertucci

Sono una psicologa e psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale. Condivido con Laura Salvai, oltre alla formazione e al nome, anche la passione per il cinema, che mi ha portata a conoscere il suo gruppo Facebook PSYCHOFILM e questo suo sito, per il quale sono felice di collaborare.