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Lovers2017 – Just Charlie


[Attenzione Spoiler: vengono svelati particolari della trama]

Alla 32° edizione del Lovers Film Festival, conclusasi qualche giorno fa, è approdato “Just Charlie” (Regno Unito, 2017, regia: Rebekah Fortune), film che porta in primo piano il tema del disturbo dell’identità di genere, con una storia che commuove e  fa riflettere.

Charlie è un teenager con un grande talento nel calcio, tanto da venir notato per un ingaggio in una squadra prestigiosa. Tutti in famiglia sono contenti, soprattutto il padre che, da sempre, è orgoglioso della grande passione del figlio per questo sport. Anche lui, infatti, era un calciatore in passato, ma per un problema alle ginocchia non poté realizzare la carriera che sognava, per cui ora spera che il figlio possa arrivare dove a lui non è stato possibile.

L’unico che non sembra essere entusiasta della cosa e che, anzi, soffre della forte pressione del padre a firmare il contratto per l’ingaggio, è proprio Charlie stesso. Ciò che lo angoscia è un segreto che cerca di tenere nascosto a tutti: Charlie sente di essere nato nel corpo sbagliato, di essere una ragazza intrappolata nel corpo di un ragazzo. Quando si guarda allo specchio, non si riconosce, e riesce a trovare sollievo solo indossando i vestiti della sorella, nella solitudine della sua camera, oppure nel bosco, dove ne ha nascosti alcuni.

Una sera, i genitori, rincasando prima del previsto da una serata passata fuori, trovano Charlie vestito e truccato come una ragazza. Ciò scatena l’ira del padre che non solo non vuole cercare di comprendere, ma liquida quel comportamento come un dispetto del figlio nei suoi confronti. In un primo momento, Charlie chiede scusa e promette di non farlo più, mosso dal desiderio di continuare a soddisfare le aspettative del padre e di non perdere il rapporto che ha con lui. Ma il suo disagio è troppo forte e culmina in un gesto di autolesionismo che segna il momento in cui inizia il percorso accidentato di Charlie verso l’essere se stesso.

Il film mostra come la situazione viene vissuta da tutti i personaggi della storia: il padre che non riesce all’inizio ad accettare che il figlio gli abbia potuto fare questo, distruggendo tutti i sogni che aveva per lui; la madre che invece decide di accogliere e sostenere il figlio, insieme alla sorella. Da notare, in particolare, è come lo svelamento del segreto porti a unire fratello e sorella che, all’inizio, sembravano estranei l’uno all’altro. La sorella, infatti, non solo diventa molto protettiva nei confronti di Charlie, ma lo guida in quel mondo di cose femminili, che per Charlie era sempre stato qualcosa di proibito. Molto significativa è una scena in cui la sorella abbraccia il fratello sullo sfondo delle loro due camere parallele: da una parte c’è la camera di lei, dominata dal colore rosa, e dall’altra la camera di lui, dove invece predomina il blu e si intravedono poster di calcio; è come se due mondi si incontrassero in quell’abbraccio. La sorella, poi, entra nella camera di Charlie, come ad indicare simbolicamente che finalmente qualcuno è riuscito ad accedere al suo mondo interiore, che aveva sempre tenuto nascosto.

La strada di Charlie verso la riappropriazione della sua identità viene mostrata in tutti i suoi ostacoli, non solo nelle difficili vicende familiari ma anche nelle criticità dei rapporti con gli amici e con il resto della comunità. Il film è ambientato in una piccola cittadina, dove tutti conoscono tutti e dove non si è propensi ad accettare ciò che viene considerato diverso, arrivando fino a estremi episodi di violenza e intolleranza.

Ciascun personaggio della storia viene visto in lotta con le sue stesse credenze e mai con un occhio critico, bensì comprensivo e rispettoso del suo punto di vista. Nel colloquio con lo psicologo, ad esempio, si cerca di far comprendere a Charlie il perché delle reazioni del padre. Quest’ultimo, in realtà, ama suo figlio e vorrebbe donargli un futuro fatto di tutto quello che a lui è mancato, per cui vede nella lotta di Charlie solo sofferenza e avversità. 

Il messaggio di speranza del film è che, alla fine, l’amore e la profondità dei legami affettivi riescono a ricucire anche grandi spaccature: ad esempio quella di Charlie con il suo migliore amico che all’inizio, come il padre, non riesce ad accettare il suo cambiamento. Sarà proprio il sapere che i due ragazzi sono di nuovo amici che muoverà il padre verso il riavvicinamento con il figlio, verso l’andare oltre le aspettative, dando più spazio all’amore autentico, fatto di ascolto, comprensione e vicinanza, anziché pressione.

Molto toccante è inoltre il discorso che Charlie fa alla nonna, che non vuole avere più niente a che fare con lui e il resto della famiglia: il nipote cerca di farle capire che sta solo cercando di essere come è davvero, al di sotto dell’involucro del suo corpo, sotto cui c’è sempre l’affetto nei suoi confronti, sotto cui c’è sempre Charlie.

“Just Charlie” è un bel film, dedicato a chi lotta per essere se stesso, e un inno all’amore che, pur nelle avversità, unisce e fa andare oltre i propri confini.

 

Laura Lambertucci

Sono una psicologa e psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale. Condivido con Laura Salvai, oltre alla formazione e al nome, anche la passione per il cinema, che mi ha portata a conoscere il suo gruppo Facebook PSYCHOFILM e questo suo sito, per il quale sono felice di collaborare.