Psychofilm

Psychofilm

Film psicologici e psicologia spiegata attraverso il cinema

Rassegne film

Dinamiche di Gruppo

Il gruppo può essere una grande risorsa, ma anche un rischio.

Il gruppo è cooperazione, sostegno, raggiungimento di obiettivi condivisi, ma anche deresponsabilizzazione, uniformazione, influenza negativa.

Il gruppo aiuta ad affrontare situazioni difficili, è solidale, ma è anche promotore di azioni criminose e violente, e ideologie discriminatorie.

Il gruppo è paritario, ma anche gerarchico. Il gruppo è appartenenza ma anche esclusione.

Ci sono dinamiche intragruppo e dinamiche intergruppo.

Ci sono l’ingroup e l’outgroup.

Psychofilm, con questa rassegna, vuole riflettere sul tema delle dinamiche gruppali attraverso l’uso del linguaggio cinematografico. Ecco, dunque, alcuni film e serie che hanno affrontato il tema del gruppo nelle sue diverse sfaccettature.


Questa rassegna viene aggiornata periodicamente, come le altre presenti su questo sito, quindi vi consiglio di consultarla con frequenza, se amate questo genere di film.

ULTIMO AGGIORNAMENTO: 05/11/2023


Alive (1993), tratto dal libro “Tabù” di P.P.Read, che racconta la storia dei sopravvissuti delle Ande. Argomento: il gruppo nelle situazioni di sopravvivenza estrema, tra solidarietà e istinto auto-protettivo.

Gruppo e violenza: “Arancia Meccanica” (1971) di S.Kubrick, tratto dall’omonimo libro di A. Burgess.

Bling ring (2013) di Sofia Coppola, basato sulla storia vera di un gruppo di ragazze e ragazzi americani, famosi per aver svaligiato le case di alcuni vip di cui anelavano lo stile di vita.

Gruppo, appartenenza, violenza, riti di iniziazione e discriminazione: Brotherhood (2009).

Carnage di R.Polanski (2011), in cui sono rappresentate sia le dinamiche di gruppo che la gestione dei conflitti. Due coppie di genitori si ritrovano a far chiarezza su un litigio intercorso tra i rispettivi figli, alternandosi in argomentazioni che li mettono in posizioni contrastanti, senza trovare un punto di incontro.

Bullismo: Carrie, lo sguardo di Satana (2013), tratto dall’omonimo libro di esordio di S. King.

Cena tra amici di de La Pantelliere e Delaporte (2012), sui conflitti intragruppo.

Cube (Il cubo), del 1997. Racconta le vicende di un gruppo di persone intrappolate in una struttura a cubo, formata da stanze cubiche dotate di trappole mortali.

Cyberbully, film tv, inedito nelle sale, ispirato alla storia vera dell’adolescente Megan Meier, che si tolse la vita perché vittima di cyberbullismo.

Evil – Il ribelle (2003): la violenza all’interno di un collegio privato.

Felon – Il colpevole (2008): il gruppo nelle carceri.

Fight club di D. Fincher (1999) è un film che ha diverse letture, ma c’è anche il tema dell’appartenenza al gruppo, del fanatismo ideologico e della violenza: un circolo segreto dove si combatte si trasforma in un ritrovo per uomini alienati e poi in un gruppo sovversivo che si ribella allo stile di vita tipicamente americano.

Fury (2014), scritto e diretto da David Ayer.

Conflitti intergruppo e violenza: Gangs of New York (2002), di M.Scorsese.

Conflitti intergruppo e violenza: Hooligans (2005).

Il buco del 2019 (recensione completa cliccando sul titolo)

Il castello (2001): Eugene Irwin è un famoso generale che viene condannato per aver causato la morte di alcuni uomini e rinchiuso in un carcere in cui per sopravvivere dovrà costituire un nuovo esercito di fedeli uomini.

I figli degli uomini (2006 – Fantascienza): gruppo, sopravvivenza e solidarietá.

I guerrieri della notte, film cult del 1979. La guerra tra bande rivali e il capro espiatorio.

Invictus – L’invincibile, diretto da Clint Eastwood (2009).

Il ritmo del successo (2000) sui conflitti intragruppo e l’influenza del gruppo sulle scelte e sulle condotte.

La violenza sessuale di gruppo: La figlia del generale (1999).

L’Onda di Dennis Gansel (2008), parla di un esperimento sociale dagli esiti drammatici: un insegnante vuole dimostrare alla sua classe come nascono e si costruiscono i gruppi politici autocratici come il nazismo, scatenando delle dinamiche gruppali esecrabili.

La ragazza della porta accanto (2007) ispirato a una storia vera. Megan e Susan vengono affidate alla zia, Rutherine Chandler, che vive insieme ai tre figli maschi in una casa vicino a quella di David, un dodicenne che frequenta regolarmente casa Chandler per l’amicizia che ha con i ragazzi. David ha un debole per Megan ma scopre ben presto che la vita della giovane nel nuovo ambiente “famigliare” è una tortura quotidiana, fatta di umiliazioni, soprusi e violenze inaudite. Il ragazzo si trova ad assistere, impotente, alle sevizie che la zia e i cugini le fanno subire. L’esito della storia è terribile e di grande impatto emotivo. La visione è consigliata ad un pubblico adulto e sconsigliata alle persone sensibili.

Cooperazione, solidarietà, sopravvivenza, conflitto intragruppo: Maze runner (2014 – Fantascienza).

Mi piace lavorare (Mobbing) (2003), di Francesca Comencini.

Ogni maledetta domenica di Oliver Stone, del 1999.

Perfetti sconosciuti, di Paolo Genovese (2016).

Pledge di Daniel Robbins (2018), racconta le terribili esperienze di alcune matricole, alle prese con i membri di una confraternita.

Il gruppo esclusivo, la violenza, il capro espiatorio: Posh (2014).

Ragazze interrotte di James Mangold (1999).

Romanzo criminale, di Michele Placido (2005). Da questo film è stata tratta anche una serie tv (2008-2010).

Rusty il selvaggio (1983), film cult di di F.F.Coppola.

Sister Act 1 e 2 (1992 e 1993) sulla cooperazione di gruppo.

Skinheads (Romper Stomper), di Geoffrey Wright, con Russell Crowe (1992).

Cooperazione, solidarietà, sopravvivenza, conflitto intragruppo: Snowpiecer (2013).

La violenza sessuale di gruppo: Sotto accusa (1988).

Serie Netflix: Squid Game (recensione completa cliccando sul titolo)

Cooperazione e solidarietà di gruppo: Svalvolati on the road (commedia del 2006).

Tabù- Gohatto di Nagisa Oshima (1999) parla di un gruppo molto particolare, quello di una scuola di samurai.

The beach di Danny Boyle (2000), uno dei migliori film sulle dinamiche di gruppo, interpretato da un favoloso Leonardo di Caprio.

The Believer di Henry Bean (2001) racconta la storia di Daniel Balint, skinhead di periferia (ispirato alla storia vera di Dan Burros, membro attivo dell’American Nazi Party).

The Belko experiment (2016): I dipendenti di un’azienda vengono sottoposti a un esperimento letale. Rinchiusi nell’edificio dove lavorano, dovranno uccidere o essere uccisi. Simile a “The circle” nell’intento, ma molto più focalizzato sull’azione e meno sugli aspetti psicologici, culturali e sociali alla base delle scelte dei personaggi. Nel complesso meno interessante rispetto al film del 2017.

The circle (2017): Un folto gruppo di persone si trova senza sapere come all’interno di una stanza su una pedana luminosa a giocare a un gioco di cui presto si capiscono le terribili regole. Ogni 2 minuti circa uno di loro deve morire, ed è il gruppo, in maggioranza, a decidere chi sacrificare e anche dunque chi portare all’ultimo turno. L’ultimo infatti sarà colui che si salverà. Chi merita di morire? O quali sono le perdite meno rilevanti? I più anziani? Chi non ha figli? Chi ha la fedina penale sporca? Chi appartiene a una minoranza? E chi merita di essere protetto? Una bambina? Una donna incinta? Cosa succede all’interno di un gruppo di fronte alla lotta per la sopravvivenza? Chi si sacrificherà pur di non uccidere?

The experiment (2001 e remake del 2010), e il più recente Effetto Lucifero, ispirati all’esperimento condotto da P. Zimbardo all’Università di Stanford.

PHILIP ZIMBARDO

The skulls (I teschi), di Rob Cohen (2000), sul tema dell’appartenenza al gruppo e sui riti di iniziazione.

Thirteen (2003), sull’influenza del gruppo nelle scelte. Molto evocativa la scena in cui il regista fa degli zoom rapidi sugli accessori e l’abbigliamento delle ragazze, per mostrare come sia importante, per gli adolescenti, identificare gli “in” e gli “out” e uniformarsi agli “in” per non essere “out”. C’è poi il tema della spinta verso condotte criminose (furti nei grandi magazzini) e a rischio (esperienze sessuali occasionali e uso di sostanze).

Ti va di ballare? (2006). Il professore, interpretato da Antonio Banderas, riesce a coinvolgere una classe di ragazzi di strada nel ballo. La disciplina e il tango visti come esperimenti sociali.

Una cena quasi perfetta di Title, del 1995, sull’influenza del gruppo (in ambito politico/religioso).

Conflitti intergruppo e violenza: Ultrà (1991).

Laura Salvai

Sono psicologa, psicoterapeuta a orientamento cognitivo-comportamentale, sessuologa clinica e terapeuta EMDR. Amo le storie e mi piace scriverle, leggerle, ascoltarle e raccontarle. Sono la fondatrice del gruppo Facebook "PSYCHOFILM" e la proprietaria di questo sito. Il cinema è per me una grande passione da sempre, diventata con il tempo anche uno dei miei principali impegni professionali.