Cinema e dipendenze
Cinema e dipendenze è una rassegna di film e serie tv che parlano di addiction, in tutte le sue forme.
Questa rassegna viene aggiornata periodicamente, come le altre presenti su questo sito, quindi vi consiglio di consultarla con frequenza, se interessati a questo genere di film.
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 04/11/2023
Dipendenza da droghe, alcol e psicofarmaci
“28 giorni” di Thomas del 2003.
“Addiction” di Abel Ferrara, 1995.
“Allucinazione perversa” (1990) di Adrian Lyne, un film che parla dell’uso di droghe sui soldati durante la guerra del Vietnam.
“Amore Tossico” di Claudio Caligari (1983)
“A Scanner Darkly – Un oscuro scrutare” di Linklater del 2006.
“A spasso con Bob” (2016). La storia vera di James, tossicodipendente e senzatetto. Durante il percorso di riabilitazione gli viene data una casa dai servizi sociali. Da una finestra entra Bob, un gatto rosso che cambierà per sempre la sua vita. Un racconto di amicizia straordinario che vi farà sorridere e piangere. Perché a volte ci vogliono 7 vite per salvarne una.
“A star is born”, con Bradley Cooper e Lady Gaga (2018).
“Ben il back” diretto da Peter Hedges (2018), con Julia Roberts.
“Benvenuti a Marwen”, di Robert Zemeckis (2018).
“Blood father”, con Mel Gibson (2016).
“Blow”, di Ted Demme (2001).
“Chappaqua” di Rooks del 1966.
“Christiane F.-Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” (1981) di Uli Edel, con la partecipazione di David Bowie.
“Cocaina” (1988) di Harold Becker, con James Woods e Sean Young.
Può rientrare nella categoria dipendenza da droghe “Crank”, del 2006, con protagonista Jason Statham. Chev è costretto a correre e a fare uso di droghe per restare in vita in seguito all’iniezione di un veleno letale. Diventa anche una specie di high sensation seeker (vedere sezione : “Dipendenza da Adrenalina”). Il seguito, “Crank: High Voltage” del 2009 è come il primo episodio, un po’ “fantascientifico” ma fanno entrambi comunque riflettere sulla psicologia alla base delle dipendenze. Tutte le corse che fa Statham potrebbero rappresentare la dimensione dell’urgenza a cui porta la mancanza della sostanza, un vuoto che non si riesce mai a colmare del tutto.
“Dallas buyers club”, di Jean-Marc Valée (2013).
“Dal profondo del cuore”, diretto da Christopher Cain (2012).
“Drugstore Cowboy” di Van Sant del 1989.
“D-Tox” di Jim Gillespie (2002), con Sylvester Stallone.
“Elementary” (serie tv).
“Factotum” di Hamer del 2005.
“Fame chimica” (2003), di Antonio Bocola e Paolo Vari.
“Flight” (2012) di Robert Zemeckis, con Denzel Washington.
“Franny”, sulla dipendenza da oppiacei.
“Gia – Una donna oltre ogni limite”, con Angelina Jolie (1998).
“Il pasto nudo” di Cronenberg del 1992.
“Il sapore del successo”, con Bradley Cooper (2015).
“La ragazza del treno” (2016) di Tate Taylor, con Emily Blunt .
“L’erba di Grace” (2000) sui cannabinoidi.
“Le regole del delitto perfetto” (serie tv).
“Limitless” di Alan Glynn, con Bradley Cooper (2011).
“Little fish“, di Rowan Woods (2005).
“L’ultima discesa”, di Scott Waugh (2017).
“Luminal”, film futuristico sulla dipendenza da allucinogeni, che trasmette molto bene il vuoto esistenziale delle protagoniste.
“Monster” (2003), di Patty Jenkins. Ha fatto vincere un Oscar meritato a Charlize Teron. Film tratto dalla storia vera di Aileen Wuornos, una delle donne serial-killer più famose. Una storia di abusi e gravi violenze alle spalle, mancanza di relazioni autentiche e sfruttamento, sfociata in un grave alcolismo e nella violenza. Una storia terribile, che mostra le conseguenze della violenza e dell’abbandono.
“Painkiller” (serie tv).
“Paradiso + Inferno” (2006) di Neil Armfield, con Heat Ledger e Geoffrey Rush.
“Paura e delirio a Las Vegas” di Gilliam del 1998.
“Pulp fiction” (1994) di Quentin Tarantino.
“Rachel sta per sposarsi”, sulla disintossicazione da sostanze.
“Red Krokodil” (2012). Le terribili conseguenze di una delle peggiori sostanze stupefacenti mai sintetizzate.
“Requiem for a dream” (2000) di Darren Aronofsky, con le splendide musiche di C. Mansell.
“Sid e Nancy” di Cox del 1986.
“Spun” (2002), diretto da Jonas Åkerlund.
“The Acid House” (1998), diretto da Paul McGuigan tratto dall’omonima raccolta di racconti di Irvine Welsh, che ne ha anche curato la trasposizione cinematografica.
“The Counselor – Il procuratore” (2013), di Ridley Scott.
“The Doors” (1991) di Oliver Stone.
“The silencing – Senza voce”, di Robin Pront (2020).
“The wolf of Wall street” (2013) di Martin Scorsese, con Leonardo di Caprio. Qui c’è anche un riferimento agli psicofarmaci, oltre che alle droghe.
“Thirteen – 13 anni” (2003) di Catherine Hardwicke,con Holly Hunter, Evan Rachel Wood e Nikki Reed, protagonista reale della storia (il film è ispirato alle vicende accadute durante la sua adolescenza).
“Traffic” del regista Steven Soderbergh affronta il tema del traffico della droga legato al potere e al denaro, e della tossicodipendenza.
“Trainspotting 1″ e “Trainspotting 2” (1996 e 2017) di Danny Boyle, con Ewan McGregor, Robert Carlyle e l’autore del libro da cui è tratto, Irvine Welsh, tra gli attori.
“Via da Las Vegas” (1995) di Mike Figgis, con Nicolas Cage.
“Wonderland – Massacro a Hollywood” (2003) di James Cox: biografia del noto attore del cinema a luci rosse John Holmes, interpretato da Val Kilmer.
Sex Addiction (Dipendenza da sesso):
“Nymphomaniac vol.I e vol.II” (2013) di Lars Von Trier, con un grande cast, tra cui Charlotte Gainsbourg, Christian Slater, Uma Thurman, Willem Dafoe.
“Shame” (2011) di Steve McQueen, con Michael Fassbender.
“Thanks for sharing” o “Tentazioni (ir)resistibili” (2012) di Stuart Blumberg, con MarK Ruffalo, Gwyneth Paltrow e Tim Robbins.
“The libertine” di Laurence Dunmore, con Johnny Depp (2004).
“Tra le gambe”, di Manuel G. Pereira (1999).
“Valerie: diario di una ninfomane” di Molina del 2009.
Disturbo da gioco d’azzardo:
“21”, di Robert Luketic (2008)
“California Poker” di Altman del 1974.
“Il colore dei soldi” di Scorsese del 1986.
“Il giocatore” di Dahl del 1998.
“Il mattino ha l’oro in bocca” di Patierno del 2007
“La Rivincita di Natale” di Avati del 2004.
“Le regole del gioco“, di Curtis Hanson (2003).
“Regalo di Natale” di Avati del 1986.
“The gambler” (2014) di Rupert Wyatt, con Marc Wahlberg.
Dipendenza da cibo/zuccheri
“Supersize me” (2004), diretto e interpretato da Morgan Spurlock.
Dipendenza da internet
“Chatroom i segreti della mente” del 2010.
“Disconnect” (2012), benché sia citato spesso come un film sull’argomento, non lo ritengo personalmente indicativo della tematica, in quanto si focalizza sul furto di identità da parte di un hacker, sulla prostituzione minorile e aspetti più legati24 alle questioni relazionali che alla internet addiction. [Cliccare sul titolo per un approfondimento].
“Viol@” del 1998
Dipendenza da adrenalina
Tutti gli episodi di “Fast and Furious”.
“Point break” (1991 e Remake 2015).
“Ride”, di Jacopo Rondinelli (2018).
“The walk” (2015).
Tutti gli episodi di “XXX”.
Tra ossessione e dipendenza: lo shopping compulsivo
“I love shopping” (2009), di P.G.Hogan, con Isla Fisher e John Goodman.
Dipendenza da videogiochi
“Avalon” (2001) ed “eXistenZ” (1999). Entrambi emblematici dell’ingresso in una realtà aumentata, una dimensione altra in cui il protagonista costruisce una nuova identità e una nuova storia, da cui spesso si esce con difficoltà. La strada per l’uscita è disseminata di ostacoli che riportano alla dura realtà.
Dipendenza Affettiva:
“Adele H. – Una storia d’amore” (1975), di Francois Truffaut.
“Casinò” (1995), di Martin Scorsese.
“La mia droga si chiama Julie” (1969) Francois Truffaut.
“Mon Roi” (2015), di Maïwenn Le Besco.
“Primo amore” (2004) di Matteo Garrone.
“Tanguy” del 2001.
“The wife – Vivere nell’ombra” (2017).